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giovedì 16 giugno 2011

Cronaca di un naufragio

Dopo la magica immersione a Shark Reef, ci dirigiamo verso il reef di Sha'ab Mahmoud, dove su un fondale di 25 metri giace il relitto del Dunraven.


Il Dunraven era una magnifica nave mista vela-vapore, che fece naufragio nella notte tra il 24 ed il 25 aprile 1876.



Il Dunraven rientrava dalle Indie verso l'Inghilterra, con un carico di lana e cotone ed un equipaggio di 25 persone.
L'incidente avvenne in piena notte, le cause furono un forte scarroccio e la concomitante avaria del faro di Ashrafi, che trassero in inganno gli ufficiali di guardia.

per anni si persero le tracce del relitto, finchè sul finire degli anni 70 fu ritrovato da un sub tedesco.
E qui iniziò una caccia all'oro, perchè nelle stesse acque navigavano le tre navi civetta di Lawrence (si, lui, Lawrence d'Arabia..),e pare che  una di esse, andata persa non si sa esattamente dove, avesse a bordo un ingente carico di sterline d'oro, che sarebbero servite al pagamento delle truppe.
Solo nel Novembre del 1978, il ritrovamento del vasellame di bordo, che portava inciso il nome della nave, svelò definitivamente il mistero.



L'immersione inizia con un tuffo nell'acqua rinfrescante... scendiamo rapidamente verso il fondo a 26 metri, e procediamo tenendo il reef alla nostra sinistra. La parete corallina come al solito brulica di vita, gli Anthias nuotano formando rosse nuvole viventi...un pesce trombetta ci segue per un tratto, curioso come al solito. Guido io la linea, Angelo e Michele sono dietro di me, Mohamed, con due turisti tedeschi un poco più dietro.
Improvvisamente la maestosa prua del Dunraven si erge davanti a noi, totalmente coperta da gorgonie ed alcionari variopinti..Angelo era già stato sul relitto, ma non michele che come posso vedere dalla sua espressione dietro la maschera è entusiasta ...
Seguiamo il maestoso scafo (è di legno...) posato rovesciato sul fondo, la visibilità non è eccezionale, il vento dal deserto trasporta in acqua la sabbia, ma il sole forte del Sinai penetra abbastanza da farci distinguere ancora qualche colore.
A circa metà nave, il grosso squarcio nello scafo mette a nudo le caldaie,offrendo nel contempo riparo ad un gruppo di triglie tropicali, caratteristiche nella loro livrea gialla e nera...un pagliaccio di nemmeno un centimetro di lunghezza corre a nascondersi nel suo anemone, che lo protegge con un abbraccio...
Proseguiamo lungo lo scafo, fino ad infilarci nel piccolo squarcio a poppa... la profondità sfiora i 28 metri... un rapido controllo agli strumenti, aria, il computer... un ok con la mano e ci lanciamo dentro il ventre del relitto.
Non abbiamo con noi le torce, ma non è un problema. La luce arriva fin dentro la poppa, e gli spazi, subito dentro, sono molto ampi. Prendiamo a risalire verso prua, volando sopra i relitti contorti ed ammucchiati di quella che fu la sala macchine di una nave di Sua Maestà.... questo relitto giace qui sul fondo da più di 130 anni, ed è perfettamente conservato pur essendo di legno.
Arriviamo alle caldaie, che occupano gran parte dello spazio a centro nave. Il passaggio si fa più stretto, ma comunque rimane agevole... il controllo dell'assetto è fondamentale, per non sbattere la testa sul "soffitto" ed evitare di alzare sedimenti con le pinne, mettendo nei guai Angelo e Michele che mi seguono...
Arrivati alla grande frattura dello scafo, l'uscita è sbarrata da una nuvola di pesci vetro...piccolissimi pesci (massimo mezzo centimetro) completamente trasparenti... avvicinandosi si possono distinguere tutti gli organi interni.
Quindi per uscire dal relitto ci facciamo strada in questa nuvola lucente che si apre davanti a noi per richiudersi alle nostre spalle. Indugiamo un poco in questa nuvola vivente....toh, guarda un pesce coccodrillo, schiacciato sul fondo si mimetizza nella sabbia... e pensa (lui) di riuscirci così bene che non si muove nemmeno quando gli do' una carezza in testa col dito....
terminiamo l'immersione lungo la chiglia del la grande nave (lunga circa una quarantina di metri) per finire passando tra il timone e la grande elica, con foto    rituale.... 



Terminiamo risalendo il reef, accompagnati da un grosso pesce napoleone, curioso come al solito, che sparisce nel blu, nello stesso momento in cui torniamo a respirare aria non in bottiglia.

Più di 130 anni fa si consumava una tragedia per una nave bellissima. Non ci furono vittime nel naufragio, e il relitto rappresenta oggi una sorta di segnalibro della storia navale del Mar Rosso... ed ovviamente una fonte di emozioni e divertimento per noi subacquei "relittari"....

Alla prossima immersione...

Capitan A

mercoledì 15 giugno 2011

Non tutto il male vien per nuocere....

Chi gestisce un Diving center, come il sottoscritto, sopratutto in una zona geograficamente "calda" come può essere il Sinai, sa perfettamente che il successo di un'intera stagione può dipendere in larga parte da fattori esterni. i guai qui da noi sono iniziati a dicembre dello scorso anno, con l'allarme squalo.
Fermo totale delle attività subacquee, cancellazioni dai tour operator.
Fortunatamente, pensavo io (e come me molti altri) in dicembre con l'esclusione delle feste natalizie, il lavoro e' più o meno fermo, sarebbe stato un danno ben maggiore se questa cosa fosse successa in estate.
Poi c'è stata la rivoluzione. Giusta o sbagliata non è questo il luogo dove discorrerne, fatto sta che il lavoro legato al turismo si è totalmente bloccato.
A Pasqua abbiamo avuto un poco di lavoro extra, poi di nuovo fermo quasi totale.

Ebbene, ieri sono di nuovo uscito con i miei amici Angelo e Michele, per una nuova giornata di mare.
La nostra destinazione è il parco di Ras Mohammed, ed in particolare il sito di Shark Reef, una delle 10 immersioni più belle al mondo.
E' tanto tempo che non mi tuffo su questo sito, da fine novembre, da quando ci sono stati gli attacchi ai turisti da parte degli squali.





Dopo il consueto check saltiamo sul bordo del reef, stavolta guido io l'immersione... Shark  reef e' un pinnacolo che s' innalza da un fondale di piu' di 800 metri fino alla superficie, all'estrema punta meridionale del Sinai. 
Giu'.Nel blu, la parete a pochi centimetri da noi e l'abisso al di sotto. 
Una nuvola di Jackfish, una specie di carangidi, forse 400 o 500 esemplari, si culla nella corrente, a circa 20 metri di profondita' ... sono cosi compatti da formare un muro solido, ed osservare i loro cambiamenti di direzione, sincronizzati perfettamente è affascinante.
Giù, sempre più giù fino ai 30 metri che sono il limite programmato della nostra immersione. 
che bello una discreta corrente ci trasporta, liberandoci dalla "fatica" di pinneggiare, possiamo concentrarci nell'osservazione di quanto ci circonda.
Non ho mai visto tanto pesce negli ultimi 5 anni. Un altro banco di pesci unicorno, numerosissimi, si divide al nostro passaggio, scrutandoci con il loro occhio mobilissimo... davvero questo stop al turismo subacqueo ha fatto un gran bene al mare.
Giriamo intorno a Shark Reef, risalendo pian piano di qualche metro, ed ecco che una forte corrente proveniente dal'interno della laguna ci spinge verso il largo... utilizziamo la sella come scudo, e ci dirigiamo verso Jolanda Reef...
Il reef ha questo nome perché nel 1980 un cargo, appunto di nome Jolanda, urtò il reef e fece naufragio; Il cargo era carico di... sanitari, vasche da bagno, rotoli di carta da parati e simili.... infatti sul fondo, a circa 18-20 metri, si trova una montagna di...cessi! Molto popolari sono le foto che ritraggono guide e sub in pose inequivocabili... 
Questi sanitari sono diventati la casa di murene e trigoni, i coralli e le gorgonie sono spaventosamente belle.
Purtroppo la corrente ci spinge fuori, impedendoci di fatto di raggiungere il sito in questione, finché il reef ci fa da scudo, possiamo indugiare sul meraviglioso giardino di corallo ed affacciarci sulle due piccole grotte che feriscono il corallo a 7 metri di profondità.
Terminiamo la nostra immersione, veramente bellissima... per i miei compagni è stata entusiasmante... io sono rimasto veramente colpito nel constatare quanto questo mare si sia ripreso dai danni dell'uomo in soli sei mesi. La natura sa ben badare a sè stessa... non tutto il male vien per nuocere...


Capitan A