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mercoledì 6 luglio 2011

6 ottobre 2010

Il sole si alza pigramente sull'orizzonte, tingendo il mare e il cielo di rosso; le stelle sbiadiscono poco a poco...è l'alba.
Siamo in navigazione da un oretta circa, diretti al Reef di Sha'ab Alì, per le due consuete immersioni sul relitto del Thistlegorm.
Ogni volta la sveglia è alle quattro del mattino, la strada da percorrere è tanta, e come al solito vorrei arrivare presto sul sito del relitto, per evitare il consueto affollamento di barche e subacquei.
Solo io e il capitano della barca, su in plancia, siamo svegli... appena arrivati al porto, dopo aver fatto un rapido controllo delle attrezzature, c'è stata la consueta corsa ad accaparrarsi il posto migliore per farsi altre tre ore di sonno.
Io non sono mai riuscito a dormire durante il viaggio per il Thistlegorm. passo le ore dell'alba a guardare il sole sorgere sul mare scuro, con un caffè in mano, la fidata pipa accesa, e mille pensieri sulla sorte del grande cargo armato.
Intorno a me c'è solo il rumore del motore della barca, tra l'altro abbastanza attutito, vista l'ora l'aria è ancora fresca...Cosa deve aver pensato e provato quella gente a sentirsi arrivare addosso i bombardieri della Luftwaffe? La nave era un deposito di munizioni galleggiante... e quando incrociavano nel nord atlantico, con la minaccia degli U-Boot....quella gente doveva avere un gran fegato... e pensare che era la marina mercantile.
Il pensiero di quei momenti non mi lascia mai, nonostante il sonno arretrato, e mentre preparo la bombola per la sosta di sicurezza, controllo le cime d'ormeggio e analizzo per la quinta volta il nitrox della mia bombola (bene 31,8%.... abbastanza preciso.. devo settare il computer al 32%...) cerco di immaginare la scena concitata dell'attacco, nella notte egiziana. Spari, esplosioni, sirene che suonano, il fuoco....
La navigazione prosegue, il sole è ormai alto sull'orizzonte, l'aria si è scaldata, e un profumo invitante dalla cambusa mi avvisa che la colazione è pronta... di solito non mangio mai molto a colazione, ma durante queste escursioni sul relitto, faccio un eccezione.... inoltre la colazione all'Egiziana, uova strapazzate, formaggio locale, miele, fave stufate e ovviamente te e caffè solubile non mi dispiace... solo come faranno a mangiarsi quegli orribili sottaceti....
sono tutti svegli ormai... tutti impiegati fa far andare le ganasce e divorare la colazione... il mio gruppo è composto da tre inglesi e due italiani. Mi accingo al Briefing pre immersione, includendo, come mio solito, tutta la storia, così come più o meno la racconto nel mio video. Mi ascoltano tutti con grande attenzione, dopo aver controllato i loro brevetti, mi rendo conto che sono tutti subacquei esperti, con 2 o 300 immersioni all'attivo, brevetti di terzo livello, Kevin addirittura istruttore di immersione tecnica. Allora, penso tra me, non dovrò faticare molto a guidare il gruppo.
Termino il Briefing della prima immersione, con le solite raccomandazioni sui segnali manuali, l'ubicazione della cima di risalita e l'uso della bombola extra sulla cima per la sosta di sicurezza.  
Termino, come consuetudine, invitando tutti a controllare e preparare le attrezzature. Non si muovono subito, son fermi li a guardarmi... io parlo un inglese più che decente, pensavo non avessero capito, stavo per ripetere, quando i tre inglesi partono con un applauso... lì per lì penso a una bonaria presa in giro, ma mi rendo conto che invece sono rimasti colpiti dalla descrizione storica degli eventi... sono inglesi, il Thistlegorm era inglese... 
Credo che sia il mio entusiasmo, e il rispetto che metto nelle parole ad aver provocato la reazione... inutile dire che mi fa piacere, e che in 10 e passa anni di Sharm el Sheikh, è la prima volta che ricevo un applauso...
Finalmente arriviamo sul sito! Solo tre barche, da crociera, sono ancorate sul posto... sono arrivate ieri sera ed hanno passato la notte qui. I loro sub si stanno tuffando nel momento del nostro arrivo. Mahmoud, la guida della barca si tuffa per mettere le cime sul relitto, mentre io col mio gruppo, indossiamo le attrezzature e controlliamo che tutto sia ok.
Come al solito la corrente è forte.. almeno la visibilità sarà buona (penso tra me...) un ok, e via, nella fresca acqua del golfo di Suez.
Tutti sulla cima! Tutti sulla cima. Do il segnale per iniziare la discesa lungo la cima che si perde nel blu, e in fila scendiamo, tenendo ben salda la presa...
Sono davanti a tutti, ho messo Kevin, il più esperto, a chiudere la linea, ma scendo a marcia indietro per un bel tratto, controllando che nessuno molli la presa, rischiando di finire chissà dove trascinato dalla corrente. Sono tutti tranquilli, Kevin dal retro mi da l'ok, allora mi volto e vado giù deciso, compensando le orecchie e scrutando l'acqua....
16, 18, 22 metri.. il fondo qui è a 35 circa... Eccolo! La sagoma si delinea nell'acqua azzurra, e il relitto appare in tutta la sua grandezza. Oltre 110 metri di lunghezza, non sono mai riuscito a vederlo intero, l'acqua non è quasi mai limpida. Oggi la corrente aiuta, ma non si può vedere oltre una dozzina di metri...
Scendiamo all'altezza della stiva nr. 4, quella colpita dall'unica bomba "fortunata" che segnò il destino di questa grande nave. 
E' incredibile vedere come le lamiere contorte riportino memoria dell schianto... la poppa e divelta quasi totalmente, ruotata di quasi novanta gradi... Nel punto dell'esplosione, una catasta di scatole di munizioni di diverso calibro, dai nastri per le mitragliatrici alle granate per obici da 105mm, in una baraonda di attrezzature, cavi di acciaio, stivali di gomma, il carbone che era il combustibile del cargo.E' qui, in questo punto che giace un carro leggero (un Bren Carrier mk IV) rovesciato su un fianco, come colpito dal potente pugno di un gigante. Una grande murena sbuca fuori da sotto una lamiera, e per tutta la sua lunghezza si snoda, cercando un riparo... infastidita dalle nostre attenzioni, si posa e ci guarda con quel suo aspetto minaccioso, prima di fuggire di nuovo sotto lo scafo...
 Proseguiamo verso il ponte di poppa, i due pezzi antiaerei si intravedono appena in una nuvola di di pesci fucilieri, che guizzano via al nostro passaggio.Un pesce scorpione si appoggia tranquillo sullo scudo del cannone da 75mm.
Giù, verso il fondo... la grande elica, mezza affogata nella sabbia del fondo.La murata della nave è una parete verticale, appena oltre il punto dell'esplosione.Risaliamo lungo il fianco, lentamente, grosse cernie, infastidite dalle nostre bolle, si allontanano velocemente. Il passaggio di dritta, verso la grande prua è presidiato da un magnifico anemone, che alla luce delle torce acquista una tinta violetta, magnifica... i due piccoli pagliacci non esitano ad attaccarmi, per difendere la loro casa... nonostante le dimensioni.
La grande prua del cargo , dove erano parcheggiate due locomotive leggere, e dove si aprono le grandi stive, che esploreremo nel corso della seconda immersione. Arriviamo alla estrema prua, il grande argano delle ancore è un'esplosione di coralli colorati.... ci affacciamo un attimo dalla battagliola, prima di tornare verso la cima, ed iniziare la risalita.
Arriviamo ai 5 metri, e faccio cenno al gruppo di fermarci 3 minuti, per smaltire l'eccesso di azoto dal sangue... chiudo io la fila, in risalita, e mi giro a cercare con lo sguardo il relitto, muto testimone di una tragedia di guerra...





(continua...)


Capitan A



martedì 21 giugno 2011

6 ottobre 1941

La notte era serena. Un caldo vento soffiava lieve dal deserto del Sinai, increspando appena le acque cristalline dello Stretto di Goubal. Le fredde nebbie piovose di Glasgow erano lontane, miglia dietro la poppa della grande nave cargo.
Angus, il secondo macchinista,approfittando della pausa insperata, era salito in coperta, per fumare in pace una sigaretta ed allontanarsi dal calore della sala macchine.
Anche in Ottobre, il Sinai è un posto caldo, caldissimo, eppure ad Angus sembrava quasi freddo a paragone dell'inferno della sala macchine.
 Il Thistlegorm era una nave nuova. Varata pochi mesi prima, possedeva ancora quel profumo misto di nafta e vernice fresca che caratterizza le navi varate da poco.
Si, Angus ricordava le insidie e il freddo del Nord Atlantico, dove il Thistlegorm aveva   già completato due traversate, per poter rifornirsi dagli Yankee dei materiali necessari al proseguire della guerra.
Almeno, pensava Angus, qui nel mar Rosso non dobbiamo preoccuparci di quei fottuti U-Boot.... tanto di cappello, quei crucchi sono veramente coraggiosi, ma certo lui non ci teneva a finire a mollo nell'acqua gelida del Nord Atlantico... almeno qui l'acqua era calda....
Va bene, che razza di discorsi... il viaggio intorno all'Africa era stato tranquillo, ed una volta fuori dal raggio d'azione dei sommergibili tedeschi, le giornate si erano susseguite nella noia della routine. Tutte le navi del convoglio K in rotta per portare ai ragazzi di Monty il necessario per far vedere i sorci verdi ai crucchi dell'Afrika Korp, erano ancorate nella notte buia e vellutata.
Angus si staccò dalla battagliola, e si diresse verso la poppa, dove i due pezzi antiaerei del cargo, misera protezione in caso di attacco, erano in posizione di riposo, con i tappi ben avvitati sulle volate.
Quella sosta presso il reef di Sha'ab Alì era la benvenuta... dopo la breve sosta a Città del Capo per il rifornimento di carbone (nemmeno il tempo di passare una notte a terra, in dolce compagnia con una bella pinta gelata...), era piacevole attendere che la Royal navy terminasse di rimuovere le mine che i crucchi lanciavano nel canale. 
La notte proseguiva tranquilla, era ormai il 6 ottobre... tutto tranquillo, l'ufficiale di guardia su in plancia, si stiracchiava sbadigliando rumorosamente. C'e poco da fare di notte  su una neve ancorata, anche se si è in guerra... l'equipaggio, con poche eccezioni, dormiva.
Con un sonoro sbadiglio, Angus si apprestò a ridiscendere verso la sala macchine, per poter fare un ultimo controllo delle caldaie prima di concedersi qualche ora di sonno. Amava quella nave, anche se nuova, era una nave sicura, moderna e veloce... caspita, 12 nodi, una delle più veloci del convoglio.
Lanciato il mozzicone della sigaretta in acqua, Angus prese la direzione del boccaporto di poppa, proprio passando davanti agli alloggi ufficiali, dove regnava il silenzio...
...silenzio....
...silenzio... un momento, c'è un ronzio, lontano, a nord... che sia un ricognitore? Un rombo troppo basso per essere una motovedetta della Royal navy....
Sparito... forse un qualche aeroplano lontano a nord, il vento fa brutti scherzi, a volte.
Angus si infilò giù per lo stretto boccaporto, dove i rumori della grande nave gli impedirono di sentire quel ronzio crescere, fino a diventare un rombo fortissimo.
D'un tratto, l'inferno. Sirene, spari, uomini che correvano vero i pezzi antiaerei, ordini urlati, fuoco, il fuoco.
Angus si diresse di corsa al suo posto di combattimento, presso la manichetta antincendio di dritta del locale caldaie... non aveva avuto il tempo di indossare la cintura di salvataggio, ma pensava che quello era il problema minore.
Un attacco aereo, senza dubbio... chissà se il fuoco concentrato di tutto il convoglio riuscirà a tirar giù qualche crucco... da dove verranno, i maledetti..? Da Creta senza dubbio...qualche spia avrà dato la posizione del convoglio...
Un colpo terribile! Un esplosione! Colpiti, colpiti...ma dove accidenti? La stiva nr. 4 è piena di esplosivi!. Bisogna azionare subito le pompe...
Nemmeno un minuto per fare queste considerazioni... un esplosione terribile solleva la nave dall'acqua, una delle due locomotive leggere imbarcate a mezza nave parte come un proiettile nel cielo scuro... L'ordine preventorio Abbandono Nave....
Giù nell'acqua tiepida, e poi nuota,nuota lontano... la nave può saltare da un momento all'altro.
Un Lampo. Un Esplosione. Il Thistlegorm sprofonda nelle acque del mar Rosso, portando con se 6 membri dell'equipaggio.
Angus, sul ponte di un altro mercantile del convoglio, guarda con le lacrime agli occhi la sua amata nave adagiarsi sul fondo del mare.


Bollettino dell'Ammiragliato di Sua Maestà, 7 ottobre 1941


"...rifornimenti preziosi per le nostre truppe impegnate in Nord Africa continuano a pervenire senza sosta presso il quartier generale ad Alessandria d'Egitto. Ieri un nostro convoglio ha lamentato la perdita di un mercantile e di 6 membri dell'equipaggio. La nostra reazione ha provocato l'abbattimento di un bombardiere tedesco, presumibilmente decollato dall'isola di Creta..."





Un giorno di guerra, il 6 ottobre 1941


Capitan A


(continua....)