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mercoledì 6 luglio 2011

6 ottobre 2010

Il sole si alza pigramente sull'orizzonte, tingendo il mare e il cielo di rosso; le stelle sbiadiscono poco a poco...è l'alba.
Siamo in navigazione da un oretta circa, diretti al Reef di Sha'ab Alì, per le due consuete immersioni sul relitto del Thistlegorm.
Ogni volta la sveglia è alle quattro del mattino, la strada da percorrere è tanta, e come al solito vorrei arrivare presto sul sito del relitto, per evitare il consueto affollamento di barche e subacquei.
Solo io e il capitano della barca, su in plancia, siamo svegli... appena arrivati al porto, dopo aver fatto un rapido controllo delle attrezzature, c'è stata la consueta corsa ad accaparrarsi il posto migliore per farsi altre tre ore di sonno.
Io non sono mai riuscito a dormire durante il viaggio per il Thistlegorm. passo le ore dell'alba a guardare il sole sorgere sul mare scuro, con un caffè in mano, la fidata pipa accesa, e mille pensieri sulla sorte del grande cargo armato.
Intorno a me c'è solo il rumore del motore della barca, tra l'altro abbastanza attutito, vista l'ora l'aria è ancora fresca...Cosa deve aver pensato e provato quella gente a sentirsi arrivare addosso i bombardieri della Luftwaffe? La nave era un deposito di munizioni galleggiante... e quando incrociavano nel nord atlantico, con la minaccia degli U-Boot....quella gente doveva avere un gran fegato... e pensare che era la marina mercantile.
Il pensiero di quei momenti non mi lascia mai, nonostante il sonno arretrato, e mentre preparo la bombola per la sosta di sicurezza, controllo le cime d'ormeggio e analizzo per la quinta volta il nitrox della mia bombola (bene 31,8%.... abbastanza preciso.. devo settare il computer al 32%...) cerco di immaginare la scena concitata dell'attacco, nella notte egiziana. Spari, esplosioni, sirene che suonano, il fuoco....
La navigazione prosegue, il sole è ormai alto sull'orizzonte, l'aria si è scaldata, e un profumo invitante dalla cambusa mi avvisa che la colazione è pronta... di solito non mangio mai molto a colazione, ma durante queste escursioni sul relitto, faccio un eccezione.... inoltre la colazione all'Egiziana, uova strapazzate, formaggio locale, miele, fave stufate e ovviamente te e caffè solubile non mi dispiace... solo come faranno a mangiarsi quegli orribili sottaceti....
sono tutti svegli ormai... tutti impiegati fa far andare le ganasce e divorare la colazione... il mio gruppo è composto da tre inglesi e due italiani. Mi accingo al Briefing pre immersione, includendo, come mio solito, tutta la storia, così come più o meno la racconto nel mio video. Mi ascoltano tutti con grande attenzione, dopo aver controllato i loro brevetti, mi rendo conto che sono tutti subacquei esperti, con 2 o 300 immersioni all'attivo, brevetti di terzo livello, Kevin addirittura istruttore di immersione tecnica. Allora, penso tra me, non dovrò faticare molto a guidare il gruppo.
Termino il Briefing della prima immersione, con le solite raccomandazioni sui segnali manuali, l'ubicazione della cima di risalita e l'uso della bombola extra sulla cima per la sosta di sicurezza.  
Termino, come consuetudine, invitando tutti a controllare e preparare le attrezzature. Non si muovono subito, son fermi li a guardarmi... io parlo un inglese più che decente, pensavo non avessero capito, stavo per ripetere, quando i tre inglesi partono con un applauso... lì per lì penso a una bonaria presa in giro, ma mi rendo conto che invece sono rimasti colpiti dalla descrizione storica degli eventi... sono inglesi, il Thistlegorm era inglese... 
Credo che sia il mio entusiasmo, e il rispetto che metto nelle parole ad aver provocato la reazione... inutile dire che mi fa piacere, e che in 10 e passa anni di Sharm el Sheikh, è la prima volta che ricevo un applauso...
Finalmente arriviamo sul sito! Solo tre barche, da crociera, sono ancorate sul posto... sono arrivate ieri sera ed hanno passato la notte qui. I loro sub si stanno tuffando nel momento del nostro arrivo. Mahmoud, la guida della barca si tuffa per mettere le cime sul relitto, mentre io col mio gruppo, indossiamo le attrezzature e controlliamo che tutto sia ok.
Come al solito la corrente è forte.. almeno la visibilità sarà buona (penso tra me...) un ok, e via, nella fresca acqua del golfo di Suez.
Tutti sulla cima! Tutti sulla cima. Do il segnale per iniziare la discesa lungo la cima che si perde nel blu, e in fila scendiamo, tenendo ben salda la presa...
Sono davanti a tutti, ho messo Kevin, il più esperto, a chiudere la linea, ma scendo a marcia indietro per un bel tratto, controllando che nessuno molli la presa, rischiando di finire chissà dove trascinato dalla corrente. Sono tutti tranquilli, Kevin dal retro mi da l'ok, allora mi volto e vado giù deciso, compensando le orecchie e scrutando l'acqua....
16, 18, 22 metri.. il fondo qui è a 35 circa... Eccolo! La sagoma si delinea nell'acqua azzurra, e il relitto appare in tutta la sua grandezza. Oltre 110 metri di lunghezza, non sono mai riuscito a vederlo intero, l'acqua non è quasi mai limpida. Oggi la corrente aiuta, ma non si può vedere oltre una dozzina di metri...
Scendiamo all'altezza della stiva nr. 4, quella colpita dall'unica bomba "fortunata" che segnò il destino di questa grande nave. 
E' incredibile vedere come le lamiere contorte riportino memoria dell schianto... la poppa e divelta quasi totalmente, ruotata di quasi novanta gradi... Nel punto dell'esplosione, una catasta di scatole di munizioni di diverso calibro, dai nastri per le mitragliatrici alle granate per obici da 105mm, in una baraonda di attrezzature, cavi di acciaio, stivali di gomma, il carbone che era il combustibile del cargo.E' qui, in questo punto che giace un carro leggero (un Bren Carrier mk IV) rovesciato su un fianco, come colpito dal potente pugno di un gigante. Una grande murena sbuca fuori da sotto una lamiera, e per tutta la sua lunghezza si snoda, cercando un riparo... infastidita dalle nostre attenzioni, si posa e ci guarda con quel suo aspetto minaccioso, prima di fuggire di nuovo sotto lo scafo...
 Proseguiamo verso il ponte di poppa, i due pezzi antiaerei si intravedono appena in una nuvola di di pesci fucilieri, che guizzano via al nostro passaggio.Un pesce scorpione si appoggia tranquillo sullo scudo del cannone da 75mm.
Giù, verso il fondo... la grande elica, mezza affogata nella sabbia del fondo.La murata della nave è una parete verticale, appena oltre il punto dell'esplosione.Risaliamo lungo il fianco, lentamente, grosse cernie, infastidite dalle nostre bolle, si allontanano velocemente. Il passaggio di dritta, verso la grande prua è presidiato da un magnifico anemone, che alla luce delle torce acquista una tinta violetta, magnifica... i due piccoli pagliacci non esitano ad attaccarmi, per difendere la loro casa... nonostante le dimensioni.
La grande prua del cargo , dove erano parcheggiate due locomotive leggere, e dove si aprono le grandi stive, che esploreremo nel corso della seconda immersione. Arriviamo alla estrema prua, il grande argano delle ancore è un'esplosione di coralli colorati.... ci affacciamo un attimo dalla battagliola, prima di tornare verso la cima, ed iniziare la risalita.
Arriviamo ai 5 metri, e faccio cenno al gruppo di fermarci 3 minuti, per smaltire l'eccesso di azoto dal sangue... chiudo io la fila, in risalita, e mi giro a cercare con lo sguardo il relitto, muto testimone di una tragedia di guerra...





(continua...)


Capitan A



martedì 21 giugno 2011

6 ottobre 1941

La notte era serena. Un caldo vento soffiava lieve dal deserto del Sinai, increspando appena le acque cristalline dello Stretto di Goubal. Le fredde nebbie piovose di Glasgow erano lontane, miglia dietro la poppa della grande nave cargo.
Angus, il secondo macchinista,approfittando della pausa insperata, era salito in coperta, per fumare in pace una sigaretta ed allontanarsi dal calore della sala macchine.
Anche in Ottobre, il Sinai è un posto caldo, caldissimo, eppure ad Angus sembrava quasi freddo a paragone dell'inferno della sala macchine.
 Il Thistlegorm era una nave nuova. Varata pochi mesi prima, possedeva ancora quel profumo misto di nafta e vernice fresca che caratterizza le navi varate da poco.
Si, Angus ricordava le insidie e il freddo del Nord Atlantico, dove il Thistlegorm aveva   già completato due traversate, per poter rifornirsi dagli Yankee dei materiali necessari al proseguire della guerra.
Almeno, pensava Angus, qui nel mar Rosso non dobbiamo preoccuparci di quei fottuti U-Boot.... tanto di cappello, quei crucchi sono veramente coraggiosi, ma certo lui non ci teneva a finire a mollo nell'acqua gelida del Nord Atlantico... almeno qui l'acqua era calda....
Va bene, che razza di discorsi... il viaggio intorno all'Africa era stato tranquillo, ed una volta fuori dal raggio d'azione dei sommergibili tedeschi, le giornate si erano susseguite nella noia della routine. Tutte le navi del convoglio K in rotta per portare ai ragazzi di Monty il necessario per far vedere i sorci verdi ai crucchi dell'Afrika Korp, erano ancorate nella notte buia e vellutata.
Angus si staccò dalla battagliola, e si diresse verso la poppa, dove i due pezzi antiaerei del cargo, misera protezione in caso di attacco, erano in posizione di riposo, con i tappi ben avvitati sulle volate.
Quella sosta presso il reef di Sha'ab Alì era la benvenuta... dopo la breve sosta a Città del Capo per il rifornimento di carbone (nemmeno il tempo di passare una notte a terra, in dolce compagnia con una bella pinta gelata...), era piacevole attendere che la Royal navy terminasse di rimuovere le mine che i crucchi lanciavano nel canale. 
La notte proseguiva tranquilla, era ormai il 6 ottobre... tutto tranquillo, l'ufficiale di guardia su in plancia, si stiracchiava sbadigliando rumorosamente. C'e poco da fare di notte  su una neve ancorata, anche se si è in guerra... l'equipaggio, con poche eccezioni, dormiva.
Con un sonoro sbadiglio, Angus si apprestò a ridiscendere verso la sala macchine, per poter fare un ultimo controllo delle caldaie prima di concedersi qualche ora di sonno. Amava quella nave, anche se nuova, era una nave sicura, moderna e veloce... caspita, 12 nodi, una delle più veloci del convoglio.
Lanciato il mozzicone della sigaretta in acqua, Angus prese la direzione del boccaporto di poppa, proprio passando davanti agli alloggi ufficiali, dove regnava il silenzio...
...silenzio....
...silenzio... un momento, c'è un ronzio, lontano, a nord... che sia un ricognitore? Un rombo troppo basso per essere una motovedetta della Royal navy....
Sparito... forse un qualche aeroplano lontano a nord, il vento fa brutti scherzi, a volte.
Angus si infilò giù per lo stretto boccaporto, dove i rumori della grande nave gli impedirono di sentire quel ronzio crescere, fino a diventare un rombo fortissimo.
D'un tratto, l'inferno. Sirene, spari, uomini che correvano vero i pezzi antiaerei, ordini urlati, fuoco, il fuoco.
Angus si diresse di corsa al suo posto di combattimento, presso la manichetta antincendio di dritta del locale caldaie... non aveva avuto il tempo di indossare la cintura di salvataggio, ma pensava che quello era il problema minore.
Un attacco aereo, senza dubbio... chissà se il fuoco concentrato di tutto il convoglio riuscirà a tirar giù qualche crucco... da dove verranno, i maledetti..? Da Creta senza dubbio...qualche spia avrà dato la posizione del convoglio...
Un colpo terribile! Un esplosione! Colpiti, colpiti...ma dove accidenti? La stiva nr. 4 è piena di esplosivi!. Bisogna azionare subito le pompe...
Nemmeno un minuto per fare queste considerazioni... un esplosione terribile solleva la nave dall'acqua, una delle due locomotive leggere imbarcate a mezza nave parte come un proiettile nel cielo scuro... L'ordine preventorio Abbandono Nave....
Giù nell'acqua tiepida, e poi nuota,nuota lontano... la nave può saltare da un momento all'altro.
Un Lampo. Un Esplosione. Il Thistlegorm sprofonda nelle acque del mar Rosso, portando con se 6 membri dell'equipaggio.
Angus, sul ponte di un altro mercantile del convoglio, guarda con le lacrime agli occhi la sua amata nave adagiarsi sul fondo del mare.


Bollettino dell'Ammiragliato di Sua Maestà, 7 ottobre 1941


"...rifornimenti preziosi per le nostre truppe impegnate in Nord Africa continuano a pervenire senza sosta presso il quartier generale ad Alessandria d'Egitto. Ieri un nostro convoglio ha lamentato la perdita di un mercantile e di 6 membri dell'equipaggio. La nostra reazione ha provocato l'abbattimento di un bombardiere tedesco, presumibilmente decollato dall'isola di Creta..."





Un giorno di guerra, il 6 ottobre 1941


Capitan A


(continua....)

giovedì 16 giugno 2011

Cronaca di un naufragio

Dopo la magica immersione a Shark Reef, ci dirigiamo verso il reef di Sha'ab Mahmoud, dove su un fondale di 25 metri giace il relitto del Dunraven.


Il Dunraven era una magnifica nave mista vela-vapore, che fece naufragio nella notte tra il 24 ed il 25 aprile 1876.



Il Dunraven rientrava dalle Indie verso l'Inghilterra, con un carico di lana e cotone ed un equipaggio di 25 persone.
L'incidente avvenne in piena notte, le cause furono un forte scarroccio e la concomitante avaria del faro di Ashrafi, che trassero in inganno gli ufficiali di guardia.

per anni si persero le tracce del relitto, finchè sul finire degli anni 70 fu ritrovato da un sub tedesco.
E qui iniziò una caccia all'oro, perchè nelle stesse acque navigavano le tre navi civetta di Lawrence (si, lui, Lawrence d'Arabia..),e pare che  una di esse, andata persa non si sa esattamente dove, avesse a bordo un ingente carico di sterline d'oro, che sarebbero servite al pagamento delle truppe.
Solo nel Novembre del 1978, il ritrovamento del vasellame di bordo, che portava inciso il nome della nave, svelò definitivamente il mistero.



L'immersione inizia con un tuffo nell'acqua rinfrescante... scendiamo rapidamente verso il fondo a 26 metri, e procediamo tenendo il reef alla nostra sinistra. La parete corallina come al solito brulica di vita, gli Anthias nuotano formando rosse nuvole viventi...un pesce trombetta ci segue per un tratto, curioso come al solito. Guido io la linea, Angelo e Michele sono dietro di me, Mohamed, con due turisti tedeschi un poco più dietro.
Improvvisamente la maestosa prua del Dunraven si erge davanti a noi, totalmente coperta da gorgonie ed alcionari variopinti..Angelo era già stato sul relitto, ma non michele che come posso vedere dalla sua espressione dietro la maschera è entusiasta ...
Seguiamo il maestoso scafo (è di legno...) posato rovesciato sul fondo, la visibilità non è eccezionale, il vento dal deserto trasporta in acqua la sabbia, ma il sole forte del Sinai penetra abbastanza da farci distinguere ancora qualche colore.
A circa metà nave, il grosso squarcio nello scafo mette a nudo le caldaie,offrendo nel contempo riparo ad un gruppo di triglie tropicali, caratteristiche nella loro livrea gialla e nera...un pagliaccio di nemmeno un centimetro di lunghezza corre a nascondersi nel suo anemone, che lo protegge con un abbraccio...
Proseguiamo lungo lo scafo, fino ad infilarci nel piccolo squarcio a poppa... la profondità sfiora i 28 metri... un rapido controllo agli strumenti, aria, il computer... un ok con la mano e ci lanciamo dentro il ventre del relitto.
Non abbiamo con noi le torce, ma non è un problema. La luce arriva fin dentro la poppa, e gli spazi, subito dentro, sono molto ampi. Prendiamo a risalire verso prua, volando sopra i relitti contorti ed ammucchiati di quella che fu la sala macchine di una nave di Sua Maestà.... questo relitto giace qui sul fondo da più di 130 anni, ed è perfettamente conservato pur essendo di legno.
Arriviamo alle caldaie, che occupano gran parte dello spazio a centro nave. Il passaggio si fa più stretto, ma comunque rimane agevole... il controllo dell'assetto è fondamentale, per non sbattere la testa sul "soffitto" ed evitare di alzare sedimenti con le pinne, mettendo nei guai Angelo e Michele che mi seguono...
Arrivati alla grande frattura dello scafo, l'uscita è sbarrata da una nuvola di pesci vetro...piccolissimi pesci (massimo mezzo centimetro) completamente trasparenti... avvicinandosi si possono distinguere tutti gli organi interni.
Quindi per uscire dal relitto ci facciamo strada in questa nuvola lucente che si apre davanti a noi per richiudersi alle nostre spalle. Indugiamo un poco in questa nuvola vivente....toh, guarda un pesce coccodrillo, schiacciato sul fondo si mimetizza nella sabbia... e pensa (lui) di riuscirci così bene che non si muove nemmeno quando gli do' una carezza in testa col dito....
terminiamo l'immersione lungo la chiglia del la grande nave (lunga circa una quarantina di metri) per finire passando tra il timone e la grande elica, con foto    rituale.... 



Terminiamo risalendo il reef, accompagnati da un grosso pesce napoleone, curioso come al solito, che sparisce nel blu, nello stesso momento in cui torniamo a respirare aria non in bottiglia.

Più di 130 anni fa si consumava una tragedia per una nave bellissima. Non ci furono vittime nel naufragio, e il relitto rappresenta oggi una sorta di segnalibro della storia navale del Mar Rosso... ed ovviamente una fonte di emozioni e divertimento per noi subacquei "relittari"....

Alla prossima immersione...

Capitan A

mercoledì 15 giugno 2011

Non tutto il male vien per nuocere....

Chi gestisce un Diving center, come il sottoscritto, sopratutto in una zona geograficamente "calda" come può essere il Sinai, sa perfettamente che il successo di un'intera stagione può dipendere in larga parte da fattori esterni. i guai qui da noi sono iniziati a dicembre dello scorso anno, con l'allarme squalo.
Fermo totale delle attività subacquee, cancellazioni dai tour operator.
Fortunatamente, pensavo io (e come me molti altri) in dicembre con l'esclusione delle feste natalizie, il lavoro e' più o meno fermo, sarebbe stato un danno ben maggiore se questa cosa fosse successa in estate.
Poi c'è stata la rivoluzione. Giusta o sbagliata non è questo il luogo dove discorrerne, fatto sta che il lavoro legato al turismo si è totalmente bloccato.
A Pasqua abbiamo avuto un poco di lavoro extra, poi di nuovo fermo quasi totale.

Ebbene, ieri sono di nuovo uscito con i miei amici Angelo e Michele, per una nuova giornata di mare.
La nostra destinazione è il parco di Ras Mohammed, ed in particolare il sito di Shark Reef, una delle 10 immersioni più belle al mondo.
E' tanto tempo che non mi tuffo su questo sito, da fine novembre, da quando ci sono stati gli attacchi ai turisti da parte degli squali.





Dopo il consueto check saltiamo sul bordo del reef, stavolta guido io l'immersione... Shark  reef e' un pinnacolo che s' innalza da un fondale di piu' di 800 metri fino alla superficie, all'estrema punta meridionale del Sinai. 
Giu'.Nel blu, la parete a pochi centimetri da noi e l'abisso al di sotto. 
Una nuvola di Jackfish, una specie di carangidi, forse 400 o 500 esemplari, si culla nella corrente, a circa 20 metri di profondita' ... sono cosi compatti da formare un muro solido, ed osservare i loro cambiamenti di direzione, sincronizzati perfettamente è affascinante.
Giù, sempre più giù fino ai 30 metri che sono il limite programmato della nostra immersione. 
che bello una discreta corrente ci trasporta, liberandoci dalla "fatica" di pinneggiare, possiamo concentrarci nell'osservazione di quanto ci circonda.
Non ho mai visto tanto pesce negli ultimi 5 anni. Un altro banco di pesci unicorno, numerosissimi, si divide al nostro passaggio, scrutandoci con il loro occhio mobilissimo... davvero questo stop al turismo subacqueo ha fatto un gran bene al mare.
Giriamo intorno a Shark Reef, risalendo pian piano di qualche metro, ed ecco che una forte corrente proveniente dal'interno della laguna ci spinge verso il largo... utilizziamo la sella come scudo, e ci dirigiamo verso Jolanda Reef...
Il reef ha questo nome perché nel 1980 un cargo, appunto di nome Jolanda, urtò il reef e fece naufragio; Il cargo era carico di... sanitari, vasche da bagno, rotoli di carta da parati e simili.... infatti sul fondo, a circa 18-20 metri, si trova una montagna di...cessi! Molto popolari sono le foto che ritraggono guide e sub in pose inequivocabili... 
Questi sanitari sono diventati la casa di murene e trigoni, i coralli e le gorgonie sono spaventosamente belle.
Purtroppo la corrente ci spinge fuori, impedendoci di fatto di raggiungere il sito in questione, finché il reef ci fa da scudo, possiamo indugiare sul meraviglioso giardino di corallo ed affacciarci sulle due piccole grotte che feriscono il corallo a 7 metri di profondità.
Terminiamo la nostra immersione, veramente bellissima... per i miei compagni è stata entusiasmante... io sono rimasto veramente colpito nel constatare quanto questo mare si sia ripreso dai danni dell'uomo in soli sei mesi. La natura sa ben badare a sè stessa... non tutto il male vien per nuocere...


Capitan A



sabato 11 giugno 2011

...sogno nel blu....

Mercoledi' ho fatto due bellissime immersioni nelle acque dello stretto di Tiran.

Era un po che non uscivo in barca, e la cosa mi ha aiutato molto a rilassarmi, liberarmi dallo stress, e a dimenticare un po' i problemi di tutti i giorni.
Mi piacerebbe trasmettervi almeno una piccola parte della mia passione per il mare, cosa sento quando sono in immersione, le sensazioni che provo.
Non e' affatto facile descriverle, sono molto intime e toccano nel profondo dell'animo.
Premetto che ero in immersione con due amici molto esperti, e coadiuvati da un'ottima guida. Ero in vacanza, giorno off come diciamo qui, e quindi non avevo sulle spalle la preoccupazione e la responsabilita' di guidare il gruppo.
Quando salti dalla barca, il contatto con l'acqua fresca ti da' una sferzata, un brivido, anche perche' sei stato sotto il sole con la muta addosso (e qui il sole non scherza), ti sveglia, ti tonifica...
Un breve cenno al compagno, ci si scambia l'ok, pollice verso, e giu'... verso il profondo.
L'acqua del mar rosso e' molto limpida, la visibilita' di norma e' sui 12 -18 metri... siamo saltati su un sito che si chiama Ras Ghamila (= dall'arabo la bella punta) , un ciglio di reef che digrada nel blu fin oltre i 70 metri.
Gorgonie, anemoni, pesci falco e tutta la variopinta fauna del mar rosso intorno a noi...Posso concentrarmi nelle mie sensazioni, Angelo e' un sub esperto, basta un cenno ogni tanto ... corre appresso ad ogni pesce fotografandolo... ma cosi' consuma l'aria piu' in fretta.
Chiudo gli occhi e mi abbandono alla debole corrente che mi trasporta... credo che stare nell'utero materno non sia una sensazione dissimile. Rumori introno a me, una barca che passa lontano, un pesce pappagallo che stritola il corallo con le possenti mandibole, il rumore familiare delle bolle intono a me.
Uno sguardo al computer al polso, un occhio al manometro... sono a 26 metri, l'acqua e' di un blu profondo, i colori si sfaldano in un grigio verde uniforme. 
Facciamo l'immersione seguendo il reef, a poche decine di centimetri dalla parete di corallo.. sali un poco, non vorrai fracassare quel corallo di fuoco davanti a te... e quell'anemone rosso e' uno splendore...
. Le belle cose, ovviamente sono sulla parete alla mia sinistra, ma una sensazione, un presentimento mi spinge ogni tanto a guardare nel blu, verso il largo...
L'istinto del predatore, forse, anche se non prediamo proprio nulla, ma sento che c'e' qualcosa in avvicinamento.
Aguzzo la vista... nulla, mi saro' sbagliato... ma un pizzicore dietro la nuca, il mio "sesto senso" vigila e mi avverte... 
Faccio un cenno alla guida, e mi allontano dalla parete corallina,10,20 metri, i miei compagni di immersione sbiadiscono lentamente... Poi mi seguono, prima Angelo, che pensa dove caspita va quello la', meglio tenerlo d'occhio, poi il figlio Michele, fresco di brevetto, con Mohammed, la guida al suo fianco.
Non hanno capito, mi seguono solo per spirito di gruppo, ma io sento che c'e' qualcosa, la nel blu che mi chiama.
Eccola. All'improvviso. Maestosa, lenta, grandiosa. una giovane manta "vola" elegante nell'acqua agitando le ali. Siamo tutti molto eccitati, e cerchiamo di avvicinarla, ma lei vola piu' veloce delle nostre furiose pinnate nell'acqua.
Che spettacolo sono questi grandi animali... la loro vista mi infonde nel cuore una sensazione di pace e di serenita', una simpatia (dal termine greco, cioe' comunione di sentimenti) che mi scalda nel profondo dell'animo...
Il bestione, e' molto veloce... a malincuore lo salutiamo, senza esser riusciti ad avvicinarci piu' di tanto.
Torniamo verso la parete, ed iniziamo la risalita verso la luce, il sole e l'aria, fino ad infrangere il confine tra l'universo di sopra e quello di sotto...
Un urlo di gioia appena tolto l'erogatore... Buona fortuna amica manta. Che tu possa percorrere le strade sottomarine in pace e tranquillita'....

giovedì 2 giugno 2011

Riflessioni su una rivoluzione

Eccomi qui ad iniziare questo blog, e vorrei farlo con una riflessione sui recenti avvenimenti di gennaio.
Sappiamo tutti cosa e' successo. Il presidente Hosni Mubarak si e' dimesso a seguito di una serie di moti di piazza, ed e' iniziata la transizione verso una forma di repubblica piu' democratica.
Per noialtri occidentali, la figura del Rais e' sempre stata abbastanza positiva, vedevamo in lui il politico che manteneva la pace e l'ordine in una regione potenzialmente a rischio.
Ovviamente chi non vive qui, non sapeva delle grandi storie di corruzione e ruberie che gravavano intorno alla figura del deposto presidente e sopratutto dei suoi figli.

L'anziano leader, malato (chi dice morente, chi dice già, morto) dovrà rispondere dei reati non solo di corruzione, ma dovrà difendersi anche dalle accuse di aver ordinato di reprimere le rivolte con le armi. In effetti rischia la pena di morte.

Fermiamoci un momento a riflettere a come sara' il dopo Mubarak, una transizione già iniziata, che spero nell'intimo dell animo porti a una vera democrazia, libera da ingerenze religiose e vessazioni da parte del potere.

In un blog che si dice dedicato alla subacquea, queste cose forse sembreranno fuori tema, ma io, da istruttore europeo, venuto qui per lavorare nel settore del turismo, guardo al futuro di questa nazione, con un briciolo di ottimismo, sperando, nel mio piccolo, di poter contribuire al benessere di questa gente.

... e di tornare a far belle immersioni, ovviamente!

Un saluto a tutti voi, sub e non....

Capitan A

martedì 31 maggio 2011

...E andiamo a Cominciare!!!...

Cari amici Sub e non, eccomi a voi con il primo post di questo Blog, con la speranza e l'augurio che possa diventare un riferimento per chi vuole parlare delle sue esperienze legate alla subacquea, al suo mondo ed ai suoi personaggi.


Chi sono io? Sono uno dei tanti. Sono un semplice istruttore giunto in quel di Sharm El Sheikh qualche anno fa, con l'idea di fare un lavoro professionale, e nello stesso tempo divertirmi in uno dei mari piu' belli al mondo.


Ne ho viste di cose che voi umani non potete nemmeno immaginare... tanto per parafrasare Philip Dick, ma in fondo le cose che visto io sono quelle che ognuno di noi puo' vedere bazzicando i fondali di Sharm el Sheikh.


Questo blog vuol essere ne piu' ne meno di un diario di immersioni, una sorta di extended dive log dove vorrei condividere le mie esperienza passate, presenti e future.
..con la speranza di vederlo crescere e di farvi divertire....
Un grazie sentito a tutti coloro che vorranno partecipare.


                                                                                                                 Capitan A